L’importanza dell’arte per il rilancio dell’ospitalità
In questi mesi si sta parlando molto dell’importanza della cultura in relazione al turismo, ma ciò che realmente mi chiedo è se esistano progetti concreti per creare una nuova e interessante unione tra l’hospitality e l’arte nel nostro Paese.
Per capire meglio il tema, e le varie possibilità di sviluppo, ho preso in esame due esempi di successo:
- un primo legato al coinvolgimento attivo tra hospitality e arte all’interno di uno spazio fisico, osservando il lavoro di due artisti contemporanei;
- un secondo, di grande respiro territoriale, dove l’evento culturale ha aiutato l’indotto dell’ospitalità.
Il coinvolgimento attivo tra hospitality e arte
Gli artisti Damien Hirst e Carsten Höller, rispettivamente d’origine britannica e tedesca, sono considerati tra gli esponenti più importanti dell’arte contemporanea a livello internazionale. Il loro contributo è esemplare per comprendere le dinamiche d’espansione tra i due ambiti.
La città europea nella quale hanno creato un concetto innovativo interdisciplinare è Londra per la sua apertura al mondo, ai nuovi linguaggi e alle nuove tendenze.
Nascono così nella capitale inglese The Double Club e Pharmacy due concetti precursori e d’avanguardia che testimoniano un dialogo innovativo ma soprattutto l’unione tra l’hospitality e l’arte. Due concept dal valore artistico contemporaneo integrati ai servizi food and beverage assieme alle attività culturali e sociali.
The Double Club realizzato in un magazzino d’epoca vittoriana è stato curato dalla Fondazione Prada e concepito dall’artista tedesco. L’opera segue gli studi di Höller che indagano la sfera psicologica. Nello spazio viene inoltre aggiunto un curioso dialogo tra ospitalità occidentale e congolese costruendo suoni, sapori e gusti estetici.
Pharmacy dell’artista britannico è un interessante spazio conviviale all’interno di un ambiente considerato ostile quale una farmacia che per associazione viene legato alla malattia. L’ambiente è costruito d’arredi “medicali” con pillole alle pareti e aspirine come sgabelli. Medicina e scienza sono i temi cari a Hirst sin dalla sua prima produzione artistica.
Anche a Milano negli ultimi anni sono nati degli esempi che si avvicinano a questi concetti ma più come vetrina dell’arte contemporanea nell’ambito luxury.
L’evento culturale a sostegno dell’ospitalità
Il nostro Bel Paese trionfa invece per i grandi progetti e lo dimostra la mostra di Hirst, Treasures from the wreck of the unbelievable tenutasi a Venezia nel 2017. Un evento che rimarrà nella storia della città lagunare.
Hirst per la sua più importante esposizione ha scelto l’Italia. Questa volontà rispecchia come le nostre bellezze e i nostri territori siano preziosi agli occhi del mondo.
Un ritorno trionfale dell’artista in un’esposizione monumentale che ha preso forma dopo dieci anni di lavoro negli spazi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Il magnate francese François Pinault ha collaborato con l’artista e ha finanziato la realizzazione dell’esposizione.
Una mostra dai contenuti attualissimi tra realtà e finzione attraverso la creazione di un grande mito che Hirst esplicita nella riflessione “tutto sta a quello che volete credere”.
Il rilancio dell’Italia attraverso l’unione tra l’hospitality e l’arte
Per il rilancio e la ripresa del turismo, un canale d’intervento è sicuramente la programmazione di grandi appuntamenti a livello nazionale, come nell’esempio veneziano. Queste attività necessitano, però, di una forte regia e una visione a lungo termine. Ben vengano le Città Italiane della Cultura ma vanno rafforzate da grandi idee con un lancio comunicativo a livello internazionale.
Il turismo consapevole che si crea attorno alla cultura e all’arte apporta valori positivi. I dati sui flussi dimostrano il successo dei grandi eventi negli ultimi anni che oltre ad apportare benessere economico, contribuiscono alla crescita intellettuale dell’Italia.
La necessità, in questo momento è di stabilire una valida programmazione e delle linee guida, in modo che gli attori sui territori possano sentirsi coinvolti nei progetti.
Da parte degli artisti internazionali vi è grande entusiasmo e disponibilità. La volontà creativa non manca e si vede un importante fermento evolutivo anche all’interno dei Musei e delle Fondazioni italiane che proprio in questi mesi stanno trainando la rinascita della cultura con un nuovo spirito manageriale. Credo che questa apertura sia un segnale importante per creare sinergie e unioni di successo.